Tra i cibi più imitati al mondo, gli arancini siciliani sono uno dei capolavori che la cucina regionale offre alla gente del posto e ai visitatori.
Il loro guscio croccante contiene un cuore morbido fatto di riso, storia, segreti e miti che fanno di questo piatto un da-fare durante il vostro viaggio in Sicilia e, perché no, un da-fare-da-soli!
Se volete sapere tutto il meglio della gastronomia palermitana, date un’occhiata al nostro post sulla top 10 della gastronomia palermitana.
Arancino significa, letteralmente, “piccola arancia“.
Il loro nome è ovviamente dovuto al loro aspetto: la mollica di pane fritta nello strato esterno gli conferisce un colore dorato e arancione, e la loro forma arrotondata – così come la loro dimensione – li fa sembrare il frutto succoso che tutti conoscono.
Pochi sanno che le note polpette di riso siciliane sono state inventate dagli arabi, durante la loro dominazione nella regione (827-1092 a. C.).
Si pensa che in origine fossero dolci e decorate con foglie d’arancio per farle sembrare il vero frutto. A quanto pare, le croccanti briciole di pane sono state aggiunte in seguito, per renderle un comodo cibo da asporto.
La gente del posto qui è molto appassionata non solo di calcio, ma anche – e soprattutto – di cibo. Una delle interminabili diatribe è proprio intorno al nome di queste polpette di riso siciliane.
Solo a Palermo, capoluogo di regione, l’arancina è femminile, mentre in tutta la Sicilia si chiama “arancino”.
La ragione della differenza si trova nella lingua siciliana: infatti, i frutti sono sempre di genere maschile nel nostro dialetto.
Probabilmente, l’influenza delle diverse culture e l’alto livello di contatto con le persone esterne ha portato i palermitani ad adattare il nome alla lingua italiana nazionale. Comunque, è un argomento caldo in città: non si scherza con il cibo!
Essendo un cibo molto comune, conosciuto e amato in tutta la Sicilia, si possono trovare molte versioni diverse di arancini siciliani in quasi ogni angolo della regione.
Quelli tradizionali sono di solito a base di riso bollito aromatizzato allo zafferano e farcito o con caciocavallo, tipico formaggio stagionato, e il nostro “ragù” – cioè carne tritata con pomodoro, cipolla, sedano, carote, vino rosso e piselli – o con burro, mozzarella e prosciutto.
Si chiamano rispettivamente “alla carne” e “al burro“.
In ogni caso, gli abitanti del luogo sono famosi anche per la loro creatività culinaria, tanto che oggi è possibile gustare anche una molteplicità di versioni vegetariane, come la Parmigiana (melanzane fritte, pomodoro e parmigiano), così come le versioni gourmet e di pesce (pistacchio e scamorza; sardine e finocchietto selvatico; nero di seppia).
Ti piacciono le sfide? Provatene uno di ogni tipo durante il vostro viaggio sull’isola!
Come ho già detto, non scherziamo con il cibo, ma lo festeggiamo. O meglio, celebriamo santi e feste religiose sempre circondati da cibi deliziosi.
Il 13 dicembre è, infatti, il giorno di Santa Lucia. Si dice che, nel 1646, quando la peste e la carestia affliggevano la città di Palermo, una nave piena di grano attraccò nel porto della città.
I cittadini, affamati, hanno deciso di bollire il grano invece di farne farina per risparmiare tempo e mangiare il prima possibile; così è nata la “cuccìa”, un dolce tipico mangiato a Palermo durante la festa, che consiste in grano bollito con ricotta dolce e cioccolato.
Per celebrare il miracolo, quel giorno non mangiamo né pane né pasta; come resistere ai carboidrati? Mangiando arancini, ovviamente!
Il 13 dicembre le strade della città profumano di arancini a partire dalle 5 del mattino, e si può trovare anche la versione dolce (riso bianco con crema di cioccolato) e molte varietà (spinaci e mozzarella; pollo; salmone e così via).
Una bella giornata per essere qui, non ho ragione?
Per fare degli arancini siciliani perfetti ci vuole, prima di tutto, il tipo di riso perfetto.
Si può usare l'”originario” da solo o mescolato con un po’ di riso “roma”.
È fondamentale a causa dell’amido rilasciato, che vi permetterà di avere uno strato di riso compatto.
Cuocetelo con un po’ di zafferano e lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo, preparate il vostro ragù o qualsiasi tipo di ripieno che volete aggiungere alla vostra arancina.
Con una mano che rimane in forma arrotondata, fate la prima metà della vostra polpetta di riso, riempitela e chiudetela.
Poi si può aggiungere subito la mollica di pane o, se volete il mio segreto personale, metterla prima in un impasto molto liquido di acqua e farina (in modo che la mollica rimanga incollata all’arancina).
Mettetelo in un olio ad altissima temperatura, dopo 10 secondi potete ridurre un po’ il calore in modo che il formaggio si sciolga.
Se lo volete extra-croccante, lasciatelo riposare 2 minuti nel forno subito dopo. I tuoi Arancini siciliani sono pronti da mangiare: mangiali con le mani come da tradizione!
Vuoi assaggiare il miglior arancino della Sicilia? Dai un’occhiata a tutti i nostri tour gastronomici a Palermo >>
Paola è una traduttrice, un'interprete e una guida turistica. Nata e cresciuta a Palermo, ama i buoni libri, i film, la musica e viaggiare. Una delle sue passioni è la storia del cibo, come si sviluppa la cultura alimentare, il modo in cui le persone sono influenzate da ciò che mangiano nel tempo, e come il cibo diventa lo specchio di un luogo e della sua popolazione.
Abbiamo creato fantastici tour gastronomici e esperienze gastronomiche che vi immergeranno nella cultura gastronomica locale. Piatti tipici serviti in diversi ristoranti a cui la città fa da sfondo.
Do Eat Better Srl
Via San Vincenzo 4/11
16121 Genova
VAT: 02334090996
Euro 16.081,09 capitale sociale interamente versato
*100% di rimborso fino a 24 ore prima dell’inizio dell’attività con la “Tariffa smart”.
Non rimborsabile con la “Tariffa Base”